Lux Vera 6023 di Samuele Scodeggio: la massoneria apre le porte…
Con Lux Vera 6023 Samuele Scodeggio dirige il primo documentario che rivela immagini (prima mai viste) all’interno di una loggia. Grazie al gran maestro Stefano Erario e a Morris San le famose società segrete rivelano un volto diverso
Intanto ecco la breve scheda introduttiva al film:
La massoneria è una delle organizzazioni più segrete al mondo e, per la prima volta, questo documentario svela realtà a lungo tenute nascoste.
Il divulgatore Morris San riesce ad accedere a una delle logge massoniche più belle d’Italia, situata a Brindisi, una città con profonde radici templari, considerati gli avi della massoneria.
Nel docufilm vengono mostrate scene inedite della loggia, rituali e spiegazioni dei simboli e degli oggetti utilizzati nella massoneria. Il documentario esplora anche realtà scomode grazie a interviste dirette a massoni di diversi gradi, partendo da coloro che hanno appena fatto l’iniziazione fino al Gran Maestro Onorario Stefano Erario.
Un documentario che mette per la prima volta a confronto il mondo profano con una delle organizzazioni più segrete del pianeta, rivelando risposte inaspettate e creando un profondo intreccio tra la massoneria e la vita moderna.
Lux Vera 6023 è un documento davvero importante perché conferma molti immaginari diffusi spesso clandestinamente da affiliati. Immaginari fatti di stanze buie, di templi di iniziazione, di rituali, di simbologie che rivestono i locali dove si svolgono incontri e cerimonie, di procedure che si rifanno all’esoterismo dei Templari, ma che accettano di buon grado anche testi come la Bibbia o la Torah…
Dunque, quello che uno si aspetterebbe di vedere è clamorosamente confermato, quando Morris San penetra insieme alla troupe del documentario all’interno della loggia di Brindisi, sotto il nome di una associazione che non casualmente si chiama “Virgilio” e con il celebre simbolo massonico di riga e compasso…
Troviamo naturalmente i riferimenti all’occhio che tutto vede dentro un triangolo, il pentalfa, tutti i possibili riferimenti alla luce e all’oscurità che nella incredibile stanza di attesa degli iniziati vede impresso su una parete l’immagine di un gallo che il Gran Maestro ci rivela cantare alla prima luce di Venere e non del sole…
Nella stessa stanza innumerevoli avvertimenti a chi semplicemente è lì per sola curiosità… Alla fine si arriva alla conclusione che massoni si nasce…
Sono d’altra parte incredibili le varie interviste a volto scoperto di massoni di vario grado che raccontano la loro esperienza. Alcuni sono giovanissimi, eppure hanno trovato nella massoneria un percorso che risuona con il loro desiderio di verità. Sono persone comunissime, che hanno anche una vita normale da “profani”.
Brindisi rivela poi il suo vero volto esoterico grazie alla guida del Gran Maestro Erario che descrive i segreti dei vari monumenti, che non hanno una dimensione solo turistica, ma un preciso significato nel mondo esoterico.
Morris San, alla fine del documentario, durante l’intervista con Erario è assolutamente convinto di far parte di un documentario storico ed è certamente difficile non dargli ragione su questo punto, visto che non esistono né film, né documentari che nel passato sono andati così in profondità nell’esplorare i misteri delle logge massoniche.
Tutto però ha un limite, se è vero che si fa riferimento a un percorso di ricerca individuale in un clima di fratellanza, d’altra parte nulla si sa dei settori di interesse, e soprattutto di quei rituali che dagli stessi testimoni sono ritenuti come importanti punti di riferimento per la loro stessa crescita.
Quando poi vediamo il grembiulino famoso indossato dagli affiliati e Morris San ricorda l’associazione con il simbolo di “gmail”, si rimane perplessi nel constatare che di fatto la massoneria con i suoi affiliati occupa quasi tutti i posti di potere: quasi tutti i presidenti americani erano massoni e sul dollaro ci sono vari simboli massonici, tra cui la piramide, la civetta e naturalmente l’occhio che tutto vede…
La massoneria ha avuto in passato un ruolo fondamentale in molti processi politici tra i quali anche quello riconosciuto della cosiddetta Rivoluzione francese, per non parlare della cosiddetta unità di Italia in cui altri massoni come Garibaldi e Mazzini hanno avuto un ruolo rilevante…
Di tutto questo non si parla nel film e si finisce per ridurre le massonerie tra buone e cattive, etichettando come consorterie quelle cattive. Vorremmo sapere allora che tipo di società hanno in testa quelle buone, visto che Erario a un certo punto afferma che la massoneria ci sarà finché gran parte della popolazione non è in grado di fare un percorso di consapevolezza… Vorremmo sapere allora cosa queste presunte massonerie buone hanno fatto anche per contrastare quelle “cattive” che hanno avuto un ruolo così decisivo in molti passaggi quanto meno controversi della Storia.
Per quanto riguarda le caratteristiche stilistiche, Lux Vera 6023 dimostra una grande capacità di riprese in tutte le situazioni, lasciando con estrema naturalezza in campo un operatore di ripresa, laddove si riesce sempre ad immaginare un set mobile in cui non solo partecipiamo come inquadrature, ma anche alla progressione narrativa, laddove c’è una sceneggiatura che è sciorinata dallo stesso Scodeggio seduto al tavolo con Morris San, che articolano una serie di ipotesi e di domande, che poi magari trovano qualche risposta nelle immagini che seguono, attraverso le interviste o altre immagini preziose, come il riuscito split screen a tre con la testimonianza diretta degli affiliati.
Un prezioso alleato è anche il sapiente montaggio di Edoardo Giacomelli, il quale con grande semplicità riesce a cucire con sempre viva energia anche i passaggi magari più temibili del film, quelli in cui si riprende semplicemente una passaggio nelle strade cittadine: momenti anonimi che hanno sempre delle sorprese, come i segni che seguono Morris, i numeri 6 della targa, ecc.
Questo film fuori dalla produzione nazionale in mano ai soliti soggetti non dovrebbe rimanere nel circolo degli ambienti un po’ alternativi. Questo film dovrebbe girare nei festival perché ha sia il valore indiscutibile dell’originalità del soggetto, ma anche la bellezza di un racconto leggero, autentico e rivolto a tutti. Poi le reazioni individuali saranno tanto diverse, ma questo è un altro fatto…