Europa, di Sudabeh Bartezai, le multinazionali vogliono il suolo
Il film di Sudabeh Bartezai, visto al festival Sguardi Altrove, guarda direttamente in faccia l’attività losca delle multinazionali in paesi come l’Albania dove tutto si può comprare…
La corruzione è ovunque, inutile stare a pensare che sia lontana dai nostri territori, quando ogni tipo di scempio di compie davanti agli occhi di chi sa guardare…
Allora è bene distinguere le varie attività dei grandi interessi finanziari, alcune multinazionali che sfruttano la maschera delle varie associazioni, ong ecc. per compiere quei programmi di “sviluppo” lanciati dalle istituzioni europee, ma dove si nascondono inganni e truffe di ogni tipo.
La speculazione edilizia l’abbiamo vista in quel sorprendente Anna di Marco Amenta, capace di individuare il malaffare proprio nel nostro territorio, in quel caso la Sardegna.
Qui, invece, siamo in Albania. Beate (Lilith Stangenberg), funzionaria della società Europa, arriva in loco per convincere a suon di soldoni i proprietari di terreni a cedere vendendo tutto, ma alcuni di questi non cedono…
Bartezai intuisce che il personaggio di Beate, una donna apparentemente di buon senso, competente e gentile, può essere considerato come il lupo che si traveste da agnello…
Infatti, gli incontri sono anche elaborati e gestiti in maniera informale e lasciando che i vari protagonisti diano ospitalità alla funzionaria.
Il film si svolge attraverso questo percorso, lasciando che tutte le più importanti tradizioni dell’Albania siano raccontate, anche le più feroci che riguardano la macellazione di agnelli… In questo non c’è uno sguardo moralista, ma del tutto neutro, laddove ogni personaggio fa esattamente quello che ci si aspetta.
E dove invece risiede la resistenza del popolo albanese di fronte all’avanzata senza scrupoli di società predatorie? Soltanto nel rifiuto orgoglioso di alcuni soggetti…
Ma, purtroppo, la lotta è impari perché si basa sulla corruzione e soprattutto su quella serie di informazioni (false, peraltro) che promettono un futuro alle nuove generazioni…
Inneggiare a un cambiamento positivo per introdurre la logica del capitalismo avanzato è come sfoggiare il gioco delle tre carte.
Non c’è mai un giocatore vincitore, perché il gioco è truccato e chi cede non guadagnerà proprio nulla, perderà soltanto il suo terreno e anche rischierà la vita.
In un territorio dove la sovranità nazionale si estingue in determinate zone già fa rabbrividire in una delle scene che riguarda i turisti malcapitati e chiusi in gabbia, minacciati e ricattati, costretti a registrare fantomatici video per consegnare alla società un punto fermo per perseguirli in caso possano appena rivelare all’esterno la situazione che hanno vissuto…
Bartezai non approfondisce più di tanto, il film d’altra parte non è una inchiesta, ma piuttosto il potente strumento narrativo che permette di ricostruire con precisione i piani delle varie organizzazioni internazionali per costringere le popolazioni verso un percorso di sviluppo eterodiretto.
La perdita di sovranità dei vari Stati è già avvenuta, non vediamo infatti intermediari pubblici albanesi… Tutto si svolge per convincere i proprietari, uno per uno, dei terreni che le varie società multinazionali vogliono acquisire per aumentare il loro potere sulla popolazione mondiale.
Bill Gates compra i terreni da molti anni e la Monsanto continua a produrre antiparassitari insieme ai semi OGM resistenti ai pesticidi… Unire i puntini è facile, ma i media mainstream manipolano le informazioni, cercando in tutti i modi di non fare i dovuti collegamenti e purtroppo ci riescono con molta gente…
Per questo un film come Europa è importantissimo oggi e va dunque sostenuto e condiviso.