Il cielo brucia di Christian Petzold: un ritorno alla semplicità criptofantascientifica di Rohmer?

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Le riprese di Il cielo brucia

Christian Petzold realizza una commedia che pensa molto come quella di Eric Rohmer

Citare il suo amore per Eric Rohmer è per Petzold una chiave di lettura fin troppo facile offerta al pubblico.

Ma è anche una dichiarazione di intenti. Lui stesso ha dichiarato nella presentazione al suo film di non voler fare un film distopico. Perché le distopie sono molto dolorose e vedono anche una presenza tecnologica sempre più insopportabile.

Così, si parte dagli uomini, dalle donne, dai desideri e dalle bellezze naturali.

Come sia davvero impressionante nel cinema di Petzold passare da un bosco dove si perde l’orientamento a un supermercato fino alla spiaggia di rohmeriana memoria.

Spiaggia dove infine succede davvero tanto nel film. Possono cambiare le condizioni e non a caso le foto del portfolio di Felix sono semplicemente esseri umani che guardano il mare.

In questo sguardo che riconosce alla Natura il suo primato si inserisce invece la minaccia del Caso, una terra e un cielo che bruciano, una malattia incurabile, un incidente…

Sono quegli stessi passaggi rohmeriani che decidono i medesimi sviluppi di una trama, laddove alla fine ciascun personaggio deve fare i conti prima di tutto con se stesso, in primis proprio il Leon scrittore, che ha capito di essersi innamorato perdutamente di Nadja al primo sguardo, ma continua nella prospettiva aberrante di costruire il suo personaggio di scrittore “oberato dal lavoro”.

Già quello della scrittura non è proprio un lavoro come afferma Felix: cucinare, pulire la casa, riparare un tetto, questi sì che sono lavori materiali…

Il cinema di Petzold, alla fine lascia sprofondare lo spettatore nelle conseguenze estreme del caso che riportano poi ad eventi mai dimenticabili come quello dei corpi avvinghiati in punto di morte di Pompei… La storia che si ripete, attraverso il nuovo percorso dei “nuovi” umani…

Di seguito il comunicato stampa informativo sul film:

Il cielo brucia (Afire) di Christian Petzold, vincitore dell’Orso d’Argento, Gran premio della giuriaalla 73esima edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, sarà presentato in anteprima nazionale lunedì 27 novembre alla 41esima edizione del Torino Film Festivalalla presenza del regista, per poi arrivare nei cinema italiani il 30 novembre distribuito da Wanted Cinema.

Il cielo brucia rappresenta il secondo capitolo di una prevista trilogia iniziata dal regista Petzold nel 2020 con Undine – Un amore per sempre, dedicata alla solitudine e alla complessità dei rapporti interpersonali e basata sugli elementi naturali. Dopo l’acqua, ne Il cielo brucia è il fuoco l’elemento chiave della storia. Paura e lussuria, risentimento e amore, desiderio e gelosia, molte sono le tensioni sotterranee che animano lo scenario emotivo del film, che parte con i toni di una commedia sentimentale per trasformarsi progressivamente in una lucida e drammatica riflessione sulla condizione giovanile nella società contemporanea.

Due giovani amici berlinesi si ritrovano a trascorrere una torrida estate in una casa per le vacanze della famiglia di uno dei due, isolata in un bosco sulle coste del Mar Baltico.

Leon (Thomas Schubert) è uno scrittore in crisi che sta faticosamente terminando il suo secondo romanzo in attesa dell’arrivo del suo editore, mentre Felix (Langston Uibel) deve preparare un portfolio per entrare in un’accademia di belle arti per una mostra dedicata all’acqua. Poco dopo il loro arrivo, i due ragazzi scoprono che la casa è già abitata da altri due ospiti inaspettati, Nadja (Paula Beer), una bella e disinibita ragazza che vende gelati e studia letteratura – che attira le attenzioni di Leo – e il suo ragazzo occasionale Devid (Enno Trebs), un atletico bagnino dal quale anche Felix si sente attratto.

Tra i quattro casuali abitanti della grande dimora si instaurano rapporti precari e mutevoli, che mettono a nudo le problematiche di ciascuno di loro. Quando sembra crearsi una certa armonia l’arrivo dell’editore (Matthias Brandt) scompagina le carte in tavola. Intanto l’atmosfera vacanziera viene minacciata da un grande incendio boschivo, che lentamente sembra accerchiare la villa e rendere tutto ancora più precario. Mentre il cielo rosso diventa sempre più incombente e piove cenere sulla casa le cose iniziano a precipitare verso un drammatico epilogo.

Con Thomas Schubert, Langston Uibel, Paula Beer, Enno Trebs, Matthias Brandt, Il cielo brucia di Christian Petzold sarà nei cinema dal 30 novembre con Wanted e il 27 novembre in anteprima nazionale al Torino Film Festival.

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