An invisible threat di Pablo Coca, la minaccia dell’inquinamento elettromagnetico è sempre più evidente

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An invisible threat

Sono passati 10 anni dal documentario seminale di Pablo Coca, An invisible threat, sul danno biologico causato dalle microonde, dalle emissioni elettromagnetiche dei cellulari. Oggi la situazione è peggiorata, ma la censura continua

Dopo 10 anni da questo importante documentario c’è ben poco da aggiungere. I processi e le strategie di censure sono sempre gli stessi. Si organizzano comitati di controllo “istituzionali” dai quali vengono fuori risultati non solo che non stanno in piedi, ma che si scoprono essere l’elaborato da parte di personaggi che hanno palesi conflitti di interesse.

Quelli citati nel documentario di Coca sono sempre rappresentanti dei massimi organi di controllo della “nostra” salute. Quando, invece, come si è visto negli ultimi anni con la pandemenza sono servi di interessi enormi.

Qui sono in gioco gli interessi del gruppo industriale delle telecomunicazioni che vale migliaia di miliardi di dollari.

E la salute delle persone rimane appesa soltanto alla capacità individuale quanto meno di dubitare su tutti i dati che vengono diffusi con l’obiettivo di tranquillizzare le persone e di lasciare che usino il cellulare sempre più in modo massiccio. Visto che dal 2014 ad oggi la situazione è peggiorata anche per il fatto che proprio lo smartphone e non il semplice telefono mobile degli inizi, è ormai diventato la chiave di volta per gestire tutta una serie di operazioni che riguardano l’uso di password (la solita famigerata sicurezza).

L’uso degli smartphone nelle fasce di età infantile è talmente dilagato che nel 2024 gli effetti sui bambini si vedono e si sentono: a parte gli innumerevoli aumenti di malattie prima sconosciute in età infantile, si registra soprattutto un legame morboso del bambino con questo strumento, tanto che in certe situazioni devono essere consegnati o spenti per consentire il regolare svolgimento delle lezioni a scuola.

Insomma, rivedere questo documentario oggi, dopo appena 10 anni, dà davvero i brividi, e pensando che soltanto 10 anni fa si discuteva appena di 3G e 4G, mentre da qualche anno viene implementato il terrificante 5G, e sono a venire i vari 6G, 7G, ecc, con un incremento delle emissioni che peraltro è stato di recente decretato dallo stesso governo italiano: la giustificazione è sempre il presunto vantaggio dell’evoluzione delle tecnologie digitali e della velocità di trasmissione dei dati nella rete internet…

Un altro argomento affrontato nel documentario e quasi sparito oggi è l’elettrosensibilità, situazione che è stata definitivamente “arroccata” nell’ambito delle patologie psicologiche. Tant’è che anche in una celebre serie come Better Call Saul, laddove uno dei protagonisti (Charles “Chuck” McGill ) affetto da elettrosensibilità dà occasione di elaborare una sottile narrazione per considerarlo solo un “malato immaginario”.

Lo stesso avviene anche con i protagonisti del documentario che sono ridicolizzati quando espongono i loro malesseri causati dalle varie emissioni elettromagnetiche.

A parte i vari malesseri, per comprendere il livello di incremento che c’è stato negli ultimi anni, suggerisco di andare a vedere il reportage “La tecnogabbia” di Maurizio Martucci, con particolare riferimento al succitato innalzamento del limite di emissioni da parte del governo italiano.


Ho anche inserito una più recente intervista a Mona Nilsson, fondatrice del Swedish Radiation Protection Foundation.

Infine, un ringraziamento infinito al gruppo di lavoro “Buffonate di Stato” che ci ha permesso di vedere il film con i sottotitoli italiani.

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