“La Notte del Giudizio Per sempre” (Forever The Purge) (Usa 2021), Everardo Gout

0

Messaggio di propaganda radical imperante sottile come un colpo di clava, seppure le aspettative potessero essere di partenza molto basse, questo nuovo 5° capitolo della saga creata da James DeMonaco e Jason Blum, delude immancabilmente anche quelle

“La Notte del Giudizio Per Sempre” è un film veramente terribile. Ma più che come oggetto cinematografico per l’aspetto puramente tecnico, poiché è in pieno figlio della propaganda univoca e opprimente dei tempi, e proprio per le motivazioni ideologiche e politiche che lo muovono. Con l’unico vero e concreto scopo di far quattrini, si intende, che è da sempre l’unica vera motivazione esistenziale di Hollywood da quando essa esiste, sfruttando piegate e ben modellate dall’industria, le mode e le tendenze ideologiche di ogni tempo.

Ovviamente di stampo fintamente “liberal-progressista”, da piacere a tutti e soprattutto a coloro che detengono il potere in ogni campo. “The Forever Purge” non fa eccezione, in una maniera talmente spinta e corriva da risultare francamente insopportabile. A chiunque dica che tutti i film di “The Purge” sono stati “politici”, non so se basti ricordare che il primissimo film di “The Purge”, nel 2013, in Italia intitolato banalmente “La Notte del giudizio” – anche perchè ovviamente con il titolo originale(“La Purga”) non lo avrebbe visto nessuno – non era ebbene politico, nè sdraiato verso una sola miope visione propagandistica, era una storia ambientata in una società distopica che viveva per una notte nel caos, onde poter vivere il resto dell’anno in pace. Non aveva bisogno di alcun messaggio politico (sebbene aggiungessero qualcosa di hollywodiano nelle solite esagerazioni e patinature incorporate,) e inoltre riguardava l’unità familiare, le radici stesse delle comunità, la natura umana in generale.

Soltanto in seguito con “Anarchy” e ancora di più con “Election Year”, ogni film che seguiva della serie diventava più politico – e quel messaggio politico diventeva sempre più invasivo fino a sommergere tutto il resto, tutto l'”intrattenimento”, e diventare un altro modo scoperto e molto redditizio della solita Blumhouse, per fare propaganda politica aperta. Un franchise che già dalle recenti due serie tv, lo si vedeva ormai sempre più calato in un mondo insensato e mal concettualizzato, dove l’unica cosa che conti è lo sparare e l’uccidere sempre, in uno “sparatutto” da videogame che uccide sì, ma ogni interesse ed empatia o partecipazione per qualunque dei personaggi, o degli accadimenti descritti.

Lascia un commento