Astolfo, il nuovo film di Gianni Di Gregorio con Stefania Sandrelli

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Astolfo, il nuovo film di Gianni Di Gregorio con Stefania Sandrelli sulla speranza di una umanità migliore contro la miseria che opprime qualsiasi comunità

Astolfo, il nuovo film di Gianni Di Gregorio con Stefania Sandrelli scorre sulla speranza di una umanità migliore contro la miseria che opprime qualsiasi comunità. Questo in sintesi il percorso artistico di Gianni Di Gregorio come autore fin dal suo primo film, l’indimenticabile Pranzo di ferragosto.

Anche in Astolfo il protagonista è lo stesso Di Gregorio, che si assume tutta la responsabilità della difficile operazione: portare il pubblico con occhio bassissimo a guardare con la massima oggettività a che punto è arrivata l’umanità…

La mdp fatica a guardare verso l’alto, tende sempre a soffermarsi sul primo piano dei vari personaggi: è in questo paesaggio che Di Gregorio cerca segni di anima, di luce, ma spesso non li trova.

Lo sguardo di Di Gregorio è certamente soggettivo e tendente a puntare facilmente il dito, ma lo fa con assoluta consapevolezza che la condanna è frutto delle dirette esperienze di tutti. Non a caso sono due le istituzioni che critica maggiormente: l’amministrazione pubblica e quella cattolica. Sono entrambe segnate dall’ipocrisia, dalla avidità personale e dal tornaconto di pochi. Se il sindaco di Di Gregorio appare perfino troppo ridicolo con la sua Porsche Panamera e le ville – ormai i sindaci più furbi sanno che è meglio andare in giro con l’auto elettrica – il prete, con le sue mossettine gay, è ancora più patetico dietro il paravento della carità e della difesa delle pecorelle di Dio…

Se lo sguardo sulle due istituzioni “pubbliche” è del tutto pieno di rabbia e anche consapevole che qualsiasi azione risulterà vana contro i loro abusi, l’altra istituzione sotto accusa è quella privata. Si tratta della famiglia che è in piena distruzione: le coppie non reggono ed il cugino di Astolfo, Carlo, è solo un patetico epigono del donnaiolo che sa come conquistare le donne, oggi con messaggini dal cellulare… Ma è anche la relazione di Astolfo in crisi, tanto che lui stesso dirà che la ex moglie ha preferito lasciarlo scoprendo che si trova molto meglio senza di lui…

Ben più interessante è il versante della generazione anziana. A quest’ultima è praticamente proibita ogni tipo di libertà. Una nonna deve restare accanto ai nipoti perché il figlio e i generi di turno devono occuparsi di cose ben più importanti, salvo scoprire che l’occupazione “importante” del figlio di Stefania altro non è che una corsa ciclistica…

Le vecchie generazioni sono diventate ostaggio dei loro figli che con la scusa di non poter occuparsi dei figli li lasciano in modo continuativo dai nonni, infatti una delle scene riguarda proprio il pasto dei nipoti. E alla povera Stefania non resta che la consolazione di qualche vecchio film in TV, il cinema di cui è appassionata… vediamo le immagini del finale di Pane, amore e fantasia di Vittorio De Sica che Stefania ha visto centinaia di volte…


Il cinema di Di Gregorio rimane intrappolato dalla sua stessa coerenza. Non si può volare alto verso altri lidi, perché l’umanità tutta è intrappolata nei suoi limiti. Rimane la speranza di un nuovo amore senile, che si confonde con il sogno o la vivacità di un pasto insieme ad altre anime che hanno subito tante offese dalla vita e sono rimaste ai margini della società… È da questi “ultimi” che l’umanità forse potrà ricominciare a vivere…

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