Sound of Freedom di Alejandro Monteverde con Jim Cazievel racconta la triste realtà del mercato criminale che utilizza bambini per pedofilia e traffico di organi. Importante parlarne ancora prima che il film esca in Italia solo in autunno. Dal 4 luglio nelle sale americane
Questa non è una recensione. E questo sito non è un sito di cinema. Sono stanco del cazzeggio sulle immagini compiuto dai soliti noti e dalle persone che non vedono, non sentono, non parlano… Ecco, questo è l’esempio di un film che vede, ascolta e parla… Quanti film ci sono che lo fanno seriamente e non nel solito modo ipocrita?
Questo è un film che nasce dalla consapevolezza. Nel video vedrete Tim Ballard, fondatore di Operation Underground Railroad, l’associazione che opera contro il traffico criminale che commercia bambini. E naturalmente Jim Cazievel. E il produttore Eduardo Verástegui. E c’è anche Mel Gibson che in un video sostiene il film oltre a ricordarci che bisogna prima di tutto conoscere la realtà del traffico di bambini, perché solo con una diffusa consapevolezza si può lottare contro questo mostro. La traduzione completa del breve discorso di Mel Gibson:
“Uno dei più disturbanti problemi del mondo è il traffico umano, ed in particolare il traffico di bambini. Il nostro futuro sono i nostri bambini. Ed il primo passo per sradicare questo crimine è la consapevolezza. Andate a vedere Sound of Freedom“
Ma è importante comprendere che il traffico di bambini deve essere smantellato.
Inizio ricordando l’entità di questo traffico: Il traffico umano di bambini è un affare da 150 miliardi l’anno. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi al top di questa classifica e dove soprattutto avviene il commercio di bambini per motivi di sesso.
Non c’è altro da aggiungere, godetevi i video, in originale, ma con i sottotitoli che potete anche tradurre attraverso le impostazioni su youtube.
Bisogna vedere e far vedere la grande determinazione delle persone coinvolte in questo progetto di un mondo meno malvagio di quello di adesso, di una umanità che riesca a scrollarsi le ombre più oscure.