Passi sul mare, di Massimo Selis. Le avventure spericolate di alcune anime

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Passi sul mare

Passi sul mare di Massimo Selis dimostra che esiste un'”altra sensibilità” che se ne frega del pensiero unico opprimente, rivendicando la voce dell’anima

Passi sul mare è l’unico film che racconta l’avventura di alcune anime. Come le ha definite nella nota il regista: “Sono persone come tante ma hanno creduto a quello che vedevano. Mentre altri vedevano quello che gli dicevano di credere“.

E quale è stato il connotato principale di questa avventura?
Anche questo è detto all’inizio del film in una didascalia: “Quando le leggi diventano insensate, alcuni “folli” tracciano strade laddove per molti sembra impossibile“.

Passi sul mare, già nel titolo, annuncia questo movimento spirituale che richiama proprio Gesù, il miracolo di camminare sulle acque, “passi sul mare”, compiuti da queste anime, che hanno fatto loro il miracolo, attraverso il loro semplice comportamento di “ribellione” al sistema, così come Gesù.

Ma questi non sono ribelli pericolosi, armati o violenti. No, sono persone come tante che hanno semplicemente detto no alle famose leggi insensate.

Insensate perché la narrazione del sistema, basata tutta sulla pericolosa diffusione di un virus, peraltro mai isolato, sull’idea di un contagio, peraltro mai dimostrato, sull’idea che servisse un tampone farlocco che serviva semplicemente a bollare gli infetti come pericolosi.., e poi naturalmente la ciliegina sulla torta, ovvero il green pass ed il vaccino che insieme stabilivano chi era degno di appartenere alla nuova società…

Queste persone come tante, queste anime hanno detto no a tutto questo.

Passi sul mare è il primo film italiano e forse al mondo che descrive la vita di queste anime. Non si tratta di semplice interviste, tutt’altro, è un pedinamento zavattiniano, alla ricerca della famosa veritàààà, così come la urlò Cesare Zavattini. E la verità è fatta di bellezza, di amore, di cuore, elementi trasmessi da tutti i protagonisti dall’inizio alla fine del film.

Passi sul mare  non è solo questo laddove intercetta i percorsi spirituali, attraverso i fenomeni di sincronicità, laddove è importante ascoltare i segni, esser desti, stare attenti, perché quelle coincidenze sono preziosi messaggi che possono aiutarti nei momenti difficili, come quello di accettare la pensione per una delle protagoniste. Laddove si pratica la meditazione che è lo stato del presente, della pace che va cercata innanzi tutto fermando le ansie, la velocità, trasmesse dalla società contemporanea.

Queste anime coraggiose non sono invincibili, hanno sofferto immensamente, quando hanno perso famigliari, mandati al macello dei ricoveri ospedalieri e hanno sofferto quando dovevano rinunciare al lavoro rischiando la povertà senza neanche una minima speranza di poter risolvere la situazione difficile… E sono stati amareggiati dal conflitto con parenti ed amici, quando li avvertivano dolcemente, senza alzare mai la voce…

Si sono resi conto del protocollo spietato, dell’ospedale pronto a ricevere i malati già gravi per finirli con gli strumenti di ventilazione, si sono resi conto dell’inutilità dei vaccini, si sono resi conto della vergogna delle mascherine e del green pass. Per loro tutto questo era chiaro.

E poi queste anime hanno visto l’inganno della manipolazione attraverso i mezzi di comunicazione di massa, come i telegiornali alla tv che ripetevano alcune parole chiave, come il numero dei morti, i ricoverati in terapia intensiva, tecniche degne di operazioni di servizi segreti come la celebre MKULTRA della CIA. E le ambulanze sempre in giro, strumenti tra i tanti per terrorizzare la popolazione?

I medici di IppocrateOrg hanno seguito la stessa strada e come medici hanno fatto quanto loro era possibile, ovvero, pur accettando la falsità della narrazione, accogliere i malati, curarli da lontano con farmaci che tempestivamente erano pure stati dichiarati fuori legge come l’ivermectina…

Passi sul mare è soprattutto un film solare sulla connessione spirituale di queste anime con la loro vita, la Natura, la dimensione divina, che è nel cuore e che spesso è la voce che va ascoltata per trovare la propria via. 
“Dio ci indica la strada e dissolve i nostri dubbi. I segni sono ovunque.”

Ho aggiunto anche la testimonianza del dottor Massimo Citro, uno dei medici che fin dall’inizio ha sostenuto l’inganno del protocollo ufficiale a fronte della possibilità di offrire cure tempestive a chi servivano e in modo normale, piuttosto che ricoverare in terrorizzanti  reparti covid…

Ma ricordate che la tana del bianconiglio è molto profonda!

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