11 settembre 2001, il false flag delle Torri Gemelle: appunti in disordine

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In ricordo del false flag dell’11 settembre 2001, riflessioni sparse su vari argomenti, dalla dissonanza cognitiva, alla guerra di immagini, alle versioni inaccettabili della propaganda di sistema…

Partiamo da quel giorno che tutti ricordiamo. L’11 settembre 2001 le immagini delle torri gemelle entrarono nelle case di tutto il mondo attraverso le trasmissioni in diretta dei canali televisivi. Come di fronte a un film… solo che in quel luogo stava accadendo davvero qualcosa di particolare, ma non era l’attentato, quello che già veniva narrato dal mainstream.

La cosa più impressionante fu l’impatto degli aerei, più immaginato che visto. In effetti, come in un set, come nel programma radio L’invasione degli alieni di Welles i toni già erano carichi del terrore e dell’angoscia. E poi le persone che si vedevano come puntini, dalle finestre dell’edificio, dal quale buttarsi come opzione impossibile tra la morte carbonizzati dall’incendio e il salto nel vuoto per sfracellarsi a terra decine e decine di metri più sotto…

E poi l’imprevisto crollo, prima di una torre e poi dell’altra, ma anche dell’edificio 7 adiacente, che poi fu al centro delle prime indagini. E tutto questo mentre un altro presunto “attacco” riguardava direttamente il Pentagono…

La messa in scena non era neanche perfetta ed i trucchi utilizzati risibili per costruire un evento che serviva a scioccare una buona parte della popolazione mondiale. Come fa il muso di un aereo a sfondare un edificio da una parte ed uscire ancora intero dall’altra?

Quasi tutti capirono allora, almeno tutti gli analisti più raffinati, che l’11 settembre era uno step importante di quel processo iniziato alla fine degli anni novanta con l’avanzamento incredibile di tutte le forme di comunicazione dei media. Quando cambiano i media, cambia anche il sistema di controllo e di potere che deve utilizzare i nuovi media per continuare a sottomettere la popolazione. Lo abbiamo visto proprio con la storia dei media di James Corbett in The Media Matrix

Tutto era immagine, e soprattutto tutto andava a finire in quell’imbuto del pensiero unico, laddove ogni versione diversa sarebbe stata inaccettabile: questo si è capito, non tanto i primi anni dopo, ma a distanza di lustri e ora ben due decenni…

Nell’ormai lontano 2004 o 2005, prima che fosse uscito il documentario di Fracassi con una mole di testimonianze, da Giulietto Chiesa a Moni Ovadia a Dario Fo, tenni un corso universitario con un programma assegnato da un docente titolare che scelse la storia del documentario e le teorie del cinema collegate… Roba complicata! Fui sorpreso da questa scelta, anche se si trattava tutto sommato di un corso di giornalismo. Nel programma era inserito proprio un documentario sull’11 settembre fatto da un giovane, che girava in quegli anni e che rappresentava quasi un unicum in opposizione alla versione ufficiale.

In effetti, le reazioni contro la versione ufficiale arrivarono molti mesi dopo, quasi anni, e ci volle un po’ di tempo prima che si smuovessero professionisti come ingegneri, architetti, fisici, ecc. per analizzare tutti i vari documenti. Tra filmati e testimonianze si cominciò a elaborare una versione molto diversa da quella ufficiale…

Qui allego altri tre documenti oltre la citata inchiesta di Zero (Fracassi e Trento) con la presentazione di Giulietto Chiesa: le testimonianze di alcuni esperti di fisica e edilizia, trasmessi dal canale Telegram di Ugo Fuoco, che si concentrano sulle dinamiche dei crolli; A Conspiracy Theory di James Corbett, trasmessa dal canale Telegram Buffonate di Stato, che parla in appena pochi minuti dei principali aspetti controversi della versione ufficiale; la tesi sulle armi ad energia diretta che è recentemente stata tirata in causa a proposito degli incendi alle Hawai, Where did the towers go? di Judy Wood sul canale Youtube Stop Dittatura.

Buona visione!

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