Misericordia di Emma Dante, l’inciviltà umana è il vero male da estirpare

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Misericordia

Attraverso una storia presa dietro l’angolo, non lontano dalle vetrine della falsa civiltà, Emma Dante con Misericordia scuote in un baleno il torpore delle visioni addormentate del globalismo

Inizio dal titolo, dalla parola centrale, “misericordia” la cui etimologia, “prettamente latina: più precisamente si ricollega all’unione di misereor = ho pietà e cor – cordis = cuore. Insomma, avere il cuore impietosito, nutrire in cuore un sentimento di compassione per la miseria morale o materiale altrui (ma anche propria….). Per la maggior parte delle religioni, la misericordia costituisce un’importante virtù spirituale, essendo essa stessa una qualità divina”…

Quindi già si comprende come Emma Dante, attraverso un viaggio nell’umanità più carnale possibile, quella che vive nelle dimensioni più legate alla necessità di sopravvivenza, oggi costretta a subire ogni tipo di sopruso, di abiezione, guardi verso dimensioni che spesso sono denominate come “spirituali”…

C’è il gregge di pecore, animali sfruttati, ingannati, che accolgono il neonato, venuto nel mondo dello sfruttamento. Lo sfruttamento è la chiave di lettura principale: sfruttamento riservato all’animale che non ha alcun diritto e agli esseri umani ridotti a ingranaggi dello stesso meccanismo.

Vediamo a un certo punto quasi tutti i personaggi – sono praticamente tutti donne e bambini – impiegati nella rimozione del “prezioso” rame dai cavi elettrici.

Tutte le donne sono prostitute costrette a vivere in una sorta di resort immondezzaio lontano dagli sguardi perbenisti, laddove arrivano criminali, e altra varia umanità per soddisfare i propri bisogni erotici, tra semplici affanni e bizzarrie con abiti femminili estrosi…

La carnalità è al centro della rappresentazione anche nel personaggio di Betta, prostituta obesa e pure nelle semplici ripartizioni litigiose di cibo che ciascuno sottrae all’altro, ma solo per fame.

La Natura non è uno sfondo nel film, ma una vera protagonista, laddove la montagna fa la minacciosa potenza urlante da dove precipitano sassi giganteschi, il mare impetuoso o calmo che accoglie le anime, placando il dolore delle esistenze, abbracciando quegli stessi corpi che sono spesso spinti al sacrificio…

L’umanità è arrivata al suo peggiore livello: “bruceremo anche noi” dice un personaggio, proprio come la stessa immondizia. Non è avvistabile una via d’uscita per l’umanità, perché la condizione del gruppo umano di Misericordia è la stessa dell’umanità che si illude di vivere una esistenza migliore. Se questi personaggi sono gli ultimi, anche i penultimi sono coinvolti nello stesso destino. Non si illudano!

Emma Dante coglie sul fatto questa evidenza spietata, poiché il gruppo umano è vicinissimo ai cosiddetti centri del cosiddetto “progresso civile”. Ma se dovessimo dire se c’è più degrado in uno scintillante centro commerciale o nella comunità rappresentata da Emma Dante, diremmo volentieri che il degrado maggiore è nel centro commerciale.

Lavorando sui corpi Emma Dante è riuscita ad arrivare a risultati prodigiosi. Prima di tutto il fatto che interpreti così perfetti non ce ne sono al momento in nessun cinema soprattutto mainstream.

E di fatto la produzione indipendente della Rosamont rimanda al film di Battiston guerriero Io vivo Altrove! Stessa voglia di denunciare la (in)civiltà umana, stesso sguardo ostile contro il finto progresso, stessa voglia di ritrovare una purezza, due puri sono i protagonisti dei film.

Quindi è davvero, per fortuna, una scelta di produzione programmatica, come ho detto proprio per quel film che apriva il 2023. E adesso, questo Misericordia che arriva dagli stessi soggetti produttivi anche se di traverso, in mezzo ci sono tanti altri che forse non sono tanto consapevoli del gioco che solo certo cinema sta portando avanti: che è quello di lanciare un messaggio importante. Ma certe volte si lancia, anche inconsapevolmente e senza alcuna coscienza, una bottiglia col messaggio che finirà perduta…

In ogni caso MIsericordia, e basterebbe la sola interpretazione di Arturo da parte di Simone Zambelli, ma per tutto il resto che ho cercato di delineare, è tra i film più importanti dell’anno e del cinema italiano in questo periodo molto buio per l’umanità.

Non dite, per favore, che è solo un film che rappresenta la violenza sulle donne…

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