Fallen Leaves – Foglie al vento, di Aki Kaurismaki, la speranza è ancora l’amore

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Foglie al vento

Foglie al vento continua il discorso del cinema di Kaurismaki sull’umanità più umile in lotta per la sopravvivenza

Sono sempre pochi o pochissimi gli elementi in scena nel cinema di Aki Kaurismaki. Soprattutto le case molto umili, con l’essenziale dentro, laddove un servizio di piatti per due è già un lusso. E dove una cena riscaldata può finire bruciata ed essere buttata, e si va a letto presto senza qualcosa nello stomaco…

Nella stessa dimora di oggi non vediamo alcun apparecchio tv, ma piuttosto una vecchia radio che rappresenta l’unico strumento per un collegamento appena sopportabile con la società che è il frutto di una narrazione eterodiretta.

La guerra, iniziata in Ucraina, è il bollettino dei morti dei vari bombardamenti, anche se Kaurismaki cita i russi, ma alla fine maledice la guerra, qualsiasi guerra, attraverso la protagonista del film.

Come se la medesima radio fosse accesa e poi spenta quando la speranza di udire altre notizie si esaurisce e l’unica possibilità è qualche vecchia canzone.

E qui il cinema di Kaurismaki si riconnette alle sue fondamentali radici musicali, questa volta è pure lanciato un gruppo di giovanissime… Ma anche un karaoke è il pretesto per sentire vari tipi di musica, da quella popolare a quella moderna con gli stili degli ultimi decenni…

In Foglie al vento Kaurismaki richiama i tratti somatici che lo hanno sempre attratto, tanto che la nuova protagonista Ansa (Alma Pöysti) è praticamente una sosia di Kati Outinen, icona del suo cinema. Tutti i personaggi sono ritratti in frame fissi come a simboleggiare una sorta di staticità eterna dell’umano, ma anche il faticoso ripetersi delle cose del mondo… Da qui discende quella visione “disperata” che vede molti personaggi, quasi tutti, abbandonarsi ad alcol e fumo.

In questo caso è proprio il protagonista maschile Holappa (Jussi Vatanen) a percorrere la via del recupero lottando contro i bagliori del nichilismo…

Ed è in questa minima “luce” che infine Kaurismaki colloca i suoi protagonisti. La loro possibilità di “salvezza” dipende anche dal fatto che non c’è alternativa e forse due anime possono affrontare meglio il mondo crudele…

Mondo crudele che ha varie fattezze come quella del ligio caporale del supermercato che non riesce a chiudere un occhio di fronte al fatto che i dipendenti sottraggono merce scaduta soltanto per fame, prodotti che vediamo pure in una scena gettati tra i rifiuti, quando molti altri chiedono se possono ottenerli…

Il cinema di Kaurismaki è sempre stato al passo coi tempi ed oggi di fronte alle varie bizzarrie del capitalismo avanzato è sempre lì con i suoi attori che rivestono un ruolo fondamentale nella loro imprescindibile umanità alla larga delle tecnologie, per gridare forte le parole: “RESISTIAMO INSIEME”…

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