All of Us Strangers – Estranei, di Andrew Haigh. Post post queer per tutti

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All Of Us Strangers - Estranei

Andrew Haigh dirige una commedia per tutti spingendo sul post queer, che apre prospettive di senso e immaginari

Lavora sull’immaginario Andrew Haigh, anzi sull’immagine leggera, tanto leggera che tende alla totale dissolvenza incrociata tra reale, fantastico, immaginario, laddove sono le ferite del cuore, i vissuti che rimangono come immagini del presente a creare direzioni in un modello narrativo che altrimenti sarebbe fortemente banale.

Tra Adam (Andrew Scott) e il suo amante Harry (Paul Mescal) si scioglie subito il nodo: basta col queer, è un insulto… gay, punto e basta.

Ma da qui parte il percorso di solitudine di un ragazzino che si sente estraneo, i genitori muoiono presto in un incidente d’auto, quando lui aveva soltanto 12 anni.

E da qui il film riprende il trauma, attraverso uno strumento narrativo incredibile, ovvero mettere in scena ancora la famiglia, ma con i genitori come erano quando sono morti ed Adam invece adulto come oggi.

Il confronto serve a trovare l’elaborazione di un lutto quasi impossibile, ripercorrendo i vari punti oscuri, perché i due genitori non avevano compreso l’identità del figlio.

Quindi si gioca una sorta di percorso per stabilire se anche nel presente i genitori di Adam possono accogliere la sua identità di differenza, nell’amore famigliare che tutto accoglie e supera.

In questo processo è importante considerare la posizione gender che è comunque in caso di omosessualità condannata all’isolamento: “non è colpa di nessuno”, si dice nel film. Si riferisce ad una accettazione che comunque non è naturale, ma fa leva su vari processi mentali… gli stessi compiuti dai genitori di Adam.

Il mondo descritto da Haigh è comunque di fatto una dimensione di isolamento, lontana l’abitazione perché le famiglie ormai vivono nelle periferie… il mondo dei gay è un mondo adiacente caratterizzato da altri orizzonti, altri punti di riferimento. Nulla di scioccante, la stessa cosa potrebbe dirsi per gli anziani, per i single etero, ecc.

Il cinema di Haigh è sempre molto intenso, i paesaggi urbani, alcuni dettagli come la metro londinese servono ad amplificare certi stati di sonno/veglia, di sogno/incubo, cosicché il racconto cinematografico è sempre sospeso tra varie letture e più declinante la percezione spettatoriale verso la ricezione di sentimenti, passioni, sensazioni.

Un cinema di cui si ha molto bisogno oggi, lasciando ampia libertà a chi vede e mai riducendo lo spettro di senso e significati per una lettura aperta e anche variabile nel tempo.

Di seguito anche un interessante dietro le quinte per comprendere meglio il lavoro di cast tecnico e artistico.

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