L’été dernier – Ancora una estate, di Catherine Breillat: le irrisolvibili contraddizioni del genere femminile

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L'été dernier

Continua con L’été dernier, la disamina di Catherine Breillat sulle sfumature sentimentali/passionali/sessuali del genere femminile con nuove contraddizioni

Che tutto si può dire, tranne che la Breillat non vada al cuore della questione erotica… Ovvero una donna che ha celebrato il suo cinquantesimo compleanno che tipo di sentimenti percepisce, riconosce, individua… Che effetti questi sentimenti hanno nell’esistenza di queste protagoniste?

In questo caso è ovvio che se nella prima scena erotica tra marito e moglie, laddove tutto va ancora piuttosto bene in una coppia già “anziana”, si fa riferimento alla preferenza per i corpi anziani… se ne deduce che nella continuazione del film questo diventi un punto di riferimento.

E, infatti, lo diventa, laddove l’attrazione verso il figliastro di 17 anni, di un corpo giovane, contraddice in modo netto l’affermazione precedente.

Dunque, le affermazioni sono soltanto posizioni immaginarie di una mente che poi dovrà scoprire la totale incoerenza verso quelle stesse affermazioni.

Inoltre, la protagonista Anne (Léa Drucker) dovrà non solo rivedere la sua posizione, ma scegliere anche se nascondere o meno i suoi nuovi sentimenti verso il ragazzo, Theo, interpretato da Samuel Kircher.

Nella consueta commedia francese, quella dell’amour fou, per intenderci, si è fatto sempre riferimento a sentimenti travolgenti e anche la commedia francese più recente ha cercato di inoltrarsi in territori adiacenti o vicini molto più estremi, basta pensare a Incontri d’amore (Peindre ou faire l’amour) di Arnaud e Jean-Marie Larrieu… Niente di strano, visto che Breillat ha “utilizzato” il divo pornostar Rocco Siffredi proprio per cercare di rappresentare questa frattura consistente nell’immaginario erotico femminile…

In sostanza quando nel film si fa riferimento alla generazione di nascita della protagonista, ovvero quella dell’AIDS e non quella del 68′, della rivoluzione sessuale…

Ma di fatto, sembra che tutto il genere femminile sia in profonda crisi tra una sessualità completamente libera e la difesa di una istituzione famigliare che la stessa protagonista Anne dichiara di voler salvaguardare…

L’impressione è che Breillat sia riuscita non solo con quest’opera, ma in generale con la sua filmografia e in alcune opere in particolare a toccare il punto rovente della questione femminile.

Insomma, la donna di oggi si è davvero liberata, oppure dimostra una squilibrata ambivalenza tra due dimensioni che tutto sommato non possono coesistere, forse perché la dimensione di libertà e quella della presunta monogamia sessuale della coppia matrimoniale siano semplicemente due modi di essere, di vissuti appartenenti a varie individualità?

Anche se la vita può sempre portare sorprese e rivoltare tutte le convinzioni…

Forse è anche questo il messaggio del film.

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