Another end, di Piero Messina, la finestra di Overton del trans-umano è sempre più aperta

0

Another end

Piero Messina fiuta perfettamente il nuovo lezzo dei tempi e con Another end espone una delle tante narrative del transumanesimo

Non è stato accolto tanto bene in quel di Berlino il film di Piero Messina… Perfino sono filtrate reazioni di imbarazzo soprattutto per il finale…

Ma i critici tendono a vedere le cose secondo l’ottica di una determinata storia del cinema, quella dei principali manuali e quella che in sostanza influisce sul livello di manipolazione delle persone.

La fantascienza da molti anni ha puntualmente predetto quello che poi nella realtà si è avverato nei fatti e perfino opere che parlavano di pre crimine in Minority Report

Andate a leggere un articolo su Wired apparso appena 2 anni fa in relazione allo strumento di intelligenza artificiale e alla precisione degli algoritmi… Adesso, per quanto si possa negare la possibilità di affidarsi a un sistema di previsione sofisticato, di fatto ci siamo tutti sprofondati dentro e sembra che rimangano poche cose a sottrarsi allo stesso controllo delle macchine…

In Another end già nei titoli di testa si gioca a percepire un altro luogo o meglio un “nessun luogo” (no there) da cui bisogna partire per parlare di quest’opera così intensamente riflessiva sull’argomento, tanto da addentrarsi nell’altro luogo e in particolare dove nessuno ha mai messo piede. Parliamo ovviamente della morte.

Ma se dalla morte la scienza non ha ricavato assolutamente nulla, la possibilità di fare un download cerebrale è argomento scottante da molti decenni: permetterebbe di “salvare” tutte le informazioni di una persona e poi si potrebbe utilizzare un altro corpo… Siamo dunque in pieno transumanesimo, il sogno che si è delineato in dettagli sempre più concreti negli ultimi anni. Il consiglio è di andarsi a leggere il saggio di Roberto Pecchioli, L’uomo transumano. La fine dell’umanità, per capire di cosa stiamo parlando…

Di sicuro la fantascienza da molti anni ha parlato di tecnologie sempre più avanzate, ma il vero punto in questione è che tali tecnologie mostrano soltanto negli ultimi decenni un lato abbastanza controverso, ovvero quello di interfacciarsi, ibridarsi con il corpo antiquato di Gunther Anders, e di acquistare una nuova potenza…

In effetti, tutta la tecnologia funziona proprio così, laddove anche il “semplice” smartphone è un prolungamento del corpo…

In Another end si affronta una di queste possibilità, ovvero rivivere le memorie, i ricordi del defunto. Le procedure per offrire questa opzione alla potenziale clientela del futuro sono rigide, ma già di fatto nel film ci viene mostrato come sia impossibile fermare quella fame di potere insita nell’uomo.

Anche questa è una parte importante del film, in cui c’è una riflessione sull’utilizzo o meno della nuova tecnologia: si schierano alcuni a favore, altri contro, ma come accade molto spesso, le nuove tecnologie prendono piede anche se il loro utilizzo è un salto nel buio…

Ecco, anche il saggio di Pecchioli si chiede questo: abbiamo così tanta tecnologia, ma non sappiamo neanche il livello di danno che sta portando all’umanità, vedi per esempio l’inquinamento elettromagnetico… Ma si va avanti, come se niente fosse e nonostante si cammini lungo un baratro.

E del resto il finale del film ci porta ad un ulteriore spaesamento, a un livello di non riconoscibilità, di inganno esteso a tutte le percezioni che consideriamo autentiche: ci troviamo di fronte a un gioco di specchi in un labirinto dove non riusciamo a intravedere neanche un percorso…

Con un occhio all’origami di Blade Runner, all’unicorno e ai sogni che contengono impianti onirici, ma che non sono quelli nostri, ma di qualche altro essere vivente.

Infine, non sappiamo chi sono i protagonisti di questo film, non è la storia che pensavamo, ma tutta un’altra storia possibile, in cui come in un gioco virtuale c’era qualcuno che muoveva le sue pedine, e forse soltanto per cercare un po’ di felicità…

Piero Messina ha realizzato un prodotto internazionale che per fortuna è destinato a far riflettere tante persone su questi argomenti, perché i film forse non sono più solo semplici film…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *