ANAC: il Ddl sull’IA sotto controllo per tutelare gli autori?

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L’associazione nazionale autori cinematografici ha emesso un comunicato confortante sul disegno di legge sull’intelligenza artificiale, il cui uso dovrà per forza essere limitato e controllato per tutelare la creatività umana

Sembra quasi un piccolo soggetto per un romanzo di fantascienza, invece di fatto si tratta di concrete preoccupazioni sull’uso dell’intelligenza artificiale nell’ambito creativo.

E se un robot riuscisse a realizzare un quadro più bello ed importante di un’opera di Picasso? Come ci comporteremmo?

La questione è quindi molto più controversa di quanto sembri. Perché se le intelligenze artificiali saranno in grado di elaborare prodotti cinematografici più forti e potenti, sì da attrarre masse di spettatori, allora quale sarà la posizione dei creativi umani?

Potranno essere all’altezza di una intelligenza artificiale o ne saranno completamente schiacciati?

E questo potrebbe riguardare tutti i settori.

Intanto l’Anac si proclama sodisfatta del dialogo con la sottosegretaria Lucia Borgonzoni.

Ecco di seguito il comunicato stampa:

L’Associazione Nazionale Autori Cinematografici esprime soddisfazione per il provvedimento che intende andare nella giusta direzione nel regolare l’Intelligenza artificiale, in particolare per la parte che riguarda il cinema e l’audiovisivo e la tutela del diritto d’autore.

“Fin da quando, come autori, abbiamo incominciato a interrogarci sull’impatto che la IA avrebbe avuto sul nostro lavoro e quali potessero essere le basi per una regolamentazione normativa – ha dichiarato Francesco Ranieri Martinotti, Presidente Anac – abbiamo trovato nella sottosegretario Lucia Borgonzoni un’interlocutrice attenta, che ha mostrato grande interesse per le nostre posizioni a tutela del lavoro intellettuale”.

Fondamentali nel testo le norme riguardanti l’“opt in” cioè la necessità di un consenso esplicito degli autori per l’utilizzo delle loro opere da parte delle piattaforme generative allo scopo di “allenare” l’IA; altrettanto importanti le norme relative alla trasparenza tramite l’obbligo di un “marchio” che individui la provenienza “non umana” di un’opera. Fortemente innovativa appare l’intuizione di escludere dai contributi pubblici alle produzioni le opere con una prevalente matrice creativa artificiale.

Auspichiamo che le forze politiche in Parlamento sappiano cogliere gli importanti elementi del DDL

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