Propaganda queer, Kevin Bacon con la moglie inscena un balletto in cui difenderebbe i diritti delle drag queen

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Il famoso attore di Hollywood Kevin Bacon e sua moglie, l’attrice Kyra Sedgwick, hanno pubblicato un video cringe di se stessi che ballano per sostenere un fondo ACLU che difende i diritti delle drag queen che vogliono esibirsi per i bambini.

La coppia ha ballato su una canzone di Taylor Swift mentre indossava magliette con la scritta: “Drag is an art. Essere una drag queen è un diritto.

Peccato che nessuno voglia discriminare le sessualità diverse, altra cosa invece è continuare a propagandare contenuti sessuali ai bambini che non sono certamente in grado di elaborare facilmente tali contenuti.

Il liberalismo finto dei sinistrorsi dem ha sempre al suo fianco un bel gruppo nutrito di celebrità soprattutto a Hollywood pronte a mettere su qualche teatrino di propaganda.

Naturalmente diranno che le leggi stanno vietando questo e quest’altro ai poveri discriminati per la sessualità che hanno scelto, ma la verità è che non c’è alcun problema di assistenza sanitaria, ma solo i leciti dubbi sulle terapie che le multinazionali del farmaco tengono pronte per tutti coloro vogliono effettuare una transizione da un genere ad un altro. Ma quello che non si dice è che tra i farmaci e le operazioni chirurgiche il fatturato di Big Pharma specula anche su questo, mentre tutti gli studi onesti e seri e le testimonianze di migliaia di persone hanno ormai confermato l’assoluta pericolosità dei processi di transizione sessuale con effetti anche mortali.

Gli organi di propaganda menzogneri si muovono per cercare di convincere del contrario. Ecco cosa sostiene PinkNews.

In un articolo a sostegno della propaganda della coppia di celebrità, PinkNews ha scritto : “Attualmente, le leggi anti-LGBTQ+ vengono approvate negli Stati Uniti a un ritmo allarmante, prendendo di mira qualsiasi cosa, dal  diritto di un artista drag di esibirsi in pubblico  alla  capacità di un individuo trans di accedere assistenza sanitaria che afferma il genere “.

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