Perché Stanley Kubrick è il più grande regista di tutti i tempi
Anche se rimane la questione di gusti per alcune opere cinematografiche che possono risultare respingenti, oggettivamente la filmografia di Stanley Kubrick tende a stupire per originalità, capacità di impressionare lo spettatore
Anche se rimane la questione di gusti per alcune opere cinematografiche che possono risultare respingenti o criptiche, oggettivamente la filmografia di Stanley Kubrick tende a stupire per originalità, capacità di impressionare lo spettatore e soprattutto per aver trattato, rivoluzionandoli, praticamente tutti i generi cinematografici. Ma è possibile che si possa rispondere con convinzione alla domanda se Kubrick sia il più grande cineasta di tutti i tempi? C’è chi ci ha provato con una tesi, si tratta di Mark Krasselt, in un saggio pubblicato su Taste of Cinema. Secondo lui possiamo riconoscere delle ragioni oggettive per cui Kubrick è diventato il cineasta più importante della storia del cinema o quanto meno quello più popolare tra i grandi registi di tutti i tempi.
Vediamo di capire perché, sempre secondo la tesi di Krasselt, sviluppata in 10 punti:
1. Innanzi tutto Kubrick fu un esperto fotografo. La sua passione verso le immagini lo portò a lavorare giovanissimo con il magazine “Look”, a quel tempo il principale concorrente di “Life”. Un particolare curioso è che legò la sua visione fotografica alla scacchiera, laddove divenne anche un maestro degli Scacchi.
2. Il suo approccio ai nuovi progetti era completamente diverso da quello degli altri registi. Preferendo l’isolamento e il controllo completo delle sue produzioni, Kubrick fu in grado di razionalizzare al massimo il flusso di lavoro. Basta guardare anche le foto di scena di alcuni film in cui la crew tecnica consiste sempre di pochissime persone. In questo modo Kubrick non solo si sottraeva alle regole hollywoodiane che volevano garanzie di guadagni, ma con piccoli budget riusciva a realizzare film che dentro Hollywood sarebbero costati molto di più. I suoi successi poi gli consentirono di avere più facilmente carta bianca per i progetti futuri. Per esempio, dopo il successo di Lolita, Kubrick ottenne dalla Warner Bros. praticamente totale libertà per Arancia meccanica.
3. Kubrick si focalizzò sui concetti base di come si potessero rappresentare emozioni interiori. In questo seguì soprattutto Brecht, Nietzsche e Freud. Chi conosce questi autori potrà benissimo associare le loro poetiche e tesi scientifiche a molti film di Kubrick che riguardano le tecniche teatrali di straniamento, il Superuomo e il mondo dei sogni. Possiamo aggiungere che se è vero che si possono considerare come basi quei tre nomi, è anche vero che i film di Kubrick si sono ispirati ad altre opere letterarie di vario tipo.
4. Kubrick non aveva paura di utilizzare la tecnologia per sostenere la sua visione. E qui basterebbe pensare alla steadycam di Shining, agli interni del B-52, l’uso delle lenti della NASA per le sequenze a lume di candela di Barry Lyndon.
5. Come Kubrick trasformò la commedia nera in qualcosa di assolutamente originale. Qui il riferimento va ad Arancia meccanica, un film inclassificabile, soprattutto non una commedia nera, ma qualcosa per cui lo si può giustamente considerare “non commedia”. Questa ipotesi vale anche per certi dettagli come la morte di Hal 9000 o la stessa “Singing in the rain” cantata da Alex de Large in Arancia meccanica.
6. L’uso della musica. E qui basterebbero pochi esempi come quello di 2001: Odissea nello Spazio, con il walzer straussiano.
7. La caratteristica stilistica del punto di vista e la ripresa all’indietro. Sono elementi ricorrenti che fanno anche capire quanto film apparentemente molto diversi siano legati tra loro come si può vedere nel video saggio su questo argomento.
8. L’uso del narratore. Su questo punto certo si apre un vespaio di ipotesi. La voce narrante è davvero difficile da inserire, spesso può rovinare un film oppure salvarlo. Kubrick usò la voce narrante del protagonista nella maniera più naturale possibile. Tanto che troviamo la voce narrante in quasi tutti i suoi film con l’eccezione di Shining, 2001: Odissea nello spazio e Eyes Wide Shut.
9. Lo stretto formalismo delle sue sceneggiature e anche il modo in cui gli attori interpretavano le parti. Ma su questo punto ci sembra ci sia un po’ di confusione. Difficile, infatti, parlare in termini sicuri: si tratta di una vera ipotesi la quale vorrebbe considerare particolarmente creative le sceneggiature di Kubrick. Crediamo che poi la magia avvenisse più sul set e in postproduzione.
10. Più che una ipotesi, la certezza che come tutti i più grandi cineasti della storia del cinema, Kubrick vale con tutta la sua filmografia come un blocco intero e non per qualche sua opera in particolare.