Come realizzare una memorabile scena finale

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Thelma e Louise

L’arte di creare una memorabile sequenza finale in un film appartiene a pochi grandi registi. Vediamo in questo video come sia possibile tentare di realizzarla

L’arte di creare una memorabile sequenza finale in un film appartiene a pochi grandi registi. Vediamo in questo articolo suggerito da PremiumBeat come sia possibile tentare di realizzarla a partire da cinque aspetti.

Non è comunque meno importante il fatto che una sequenza finale sia spesso associata alla sequenza di apertura. Come ci mostra Jacob T. Swinney in un video che abbiamo già segnalato.

Ma passiamo ai cinque aspetti che appaiono fondamentali:

1. Prospettiva
L’immagine finale deve in qualche modo contenere il significato simbolico del film, che riguardi la tematica affrontata o che comunque sia un po’ il corollario inevitabile di tutta una costruzione narrativa. Deve essere una sorta di apice, di vertice logico narrativo. Certo è abbastanza difficile cercare con una sola immagine di chiudere simbolicamente un film. PremiumBeat suggerisce l’embrione umano nella fine del capolavoro di Kubrick, 2001: Odissea nello spazio.
2001: Odissea nello Spazio

2. Freeze Frame
Questa è un opzione che fa certo rabbrividire. Rappresenta una sorta di cristallizazione delle immagini in movimento. Selezionare un solo fotogramma e metterlo a mo’ di chiusura è stato usato per esempio da Ridley Scott in Thelma & Louise. Possiamo darne molteplici significati, ma di sicuro quell’immagine rimarrà anche il simbolo di quel film e di quella storia originale.
Thelma & Louise

3. Apertura verso l’interpretazione
In realtà su PremiumBeat parlano di finale aperto. Siamo d’accordo che quest’ultimo può essere stiimolante, ma non deve essere appiccicato tanto per creare un colpo di scena… Insomma, si può dire che dall’avvento del cinema postmoderno quasi tutti i film si prestano a svariate soluzioni e interpretazioni e non solo per le scene che riguardano l’epilogo.

4. Risoluzione di conflitti
E qui torniamo alle sceneggiature classiche con i personaggi che fanno un percorso che dall’evento negativo va verso la risoluzione e di solito un finale positivo. In effetti, quello che vediamo raramente è una storia con ruoli più o meno prevedibili. Il più o meno spesso latita, le invenzioni sono più uniche che rare. Anche in presenza di idee originali, le storie sono intrecciate per finire sempre allo stesso modo. In alcuni generi come l’horror e a volte la fantascienza queste regole sono in parte capovolte. Più che altro nel cinema di oggi si tende a sospendere la comprensione del testo narrativo per svelare soltanto alla fine i misteri costruiti. Risultato? A volte questi espedienti fanno più male che bene. Suggerimento? Costruire delle solide drammaturgie va bene con interpreti superbi e storie magari coinvolgenti. Il rischio è di trattare materiali triti e ritriti dal cinema.

5. Simbolismo parallelo
Può valere sia nell’associazione tra inizio e fine, come abbiamo già detto, sia durante la storia che raccontiamo. Certo i simbolismi non vanno piazzati come capita. Se pensate ad alcuni film di Luis Buñuel come La via Lattea siete sulla strada giusta. Ovvio che questo tipo di film deve essere nelle vostre corde, altrimenti si rischia di realizzare un film intellettuale senza passione.
La via Lattea

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